lavoro e cambiamento climatico, il punto di vista dei giovani

Lavoro e cambiamento climatico: Il punto di vista dei giovani

Il cambiamento climatico, così come le condizioni e l’evoluzione del lavoro sono senz’altro argomenti di grande rilievo, soprattutto negli ultimi anni.
L’avvento della pandemia ha in un certo senso accelerato l’evoluzione di alcune dinamiche nel mondo del lavoro, portando sotto i riflettori argomenti come la salute mentale sul posto di lavoro ed evoluzioni come lo smart-working ed il lavoro ibrido.
Un’attenzione crescente, allo stesso tempo, è stata dedicata al cambiamento climatico.
L’urgenza è stata senz’altro dettata dall’impellenza di dover prendere provvedimenti al più presto, a livello globale, per la salvaguardia del pianeta, dinamica che ha portato a numerose evoluzioni volute e ricercate dallo stesso mondo del lavoro.
A prescindere dalle innovazioni in corso e dalle scelte in via di compimento nei confronti di questi due macro argomenti, è chiaro che le conseguenze ricadranno, in primis, sulle generazioni più giovani.

A svelare le loro posizioni e i loro punti di vista per quanto riguarda lavoro e cambiamento climatico è stata la “Millennial and GenZ Survey 2022”, indagine compiuta da Deloitte che concentra la sua attenzione sulle generazioni nate tra il 1983 ed il 1994, i Millennial, e tra il 1995 ed il 2003, la GenZ. 

Il futuro costa caro.

Il primo dato che emerge dall’indagine non comunica in realtà nulla di inaspettato.
P
are infatti che le principali preoccupazioni dei giovani nei confronti del futuro, ad oggi, sarebbero incentrate attorno al sopra citato Cambiamento climatico, al lavoro e al costo della vita, in costante crescita negli ultimi mesi data la pesante ondata inflazionistica dovuta ai recenti avvenimenti economico politici.
Parlando di inflazione, il peso che questa acquisisce nell’immaginario volto a costruire un futuro per i più giovani è decisamente alto.
L’ottimismo per quanto riguarda le pensioni, ad esempio, è in netto calo, soprattutto in Italia.
Se nel mondo il 41% della generazione Z, così come dei Millennial, è convinto di poter raggiungere una tranquillità finanziaria e una pensione, nel nostro paese la percentuale scende al 28% per la GenZ, e al 30% per i Millennial, rivelando una profonda insicurezza finanziaria.

Una grande sfida dettata dal presente.

Ad impattare positivamente sul resoconto dell’indagine è senz’altro l’attenzione attorno al cambiamento climatico.
L’argomento, stando ai dati presentati, rappresenterebbe la principale sfida del presente secondo il 42% della GenZ ed il 37% dei millenials.
L’urgenza viene percepita, dalle nuove generazioni, come un punto chiave sul quale intervenire nell’immediato.
A confermarlo è anche il dato globale di chi cerca di ridurre il proprio impatto ambientale tramite azioni concrete: il 90%.
In merito a quest’ultima percentuale l’Italia si presenta con un valore ancor più alto: qui, chi interviene attivamente sulle proprie abitudini per cambiare le cose è il 95% (Millennial), 96% (GenZ).

Equilibrio e lavoro ibrido.

Tornando al mondo del lavoro e all’impatto della pandemia nell’organizzazione dello stesso, grazie alla ricerca sappiamo che, in Italia, il fattore più importante per le nuove generazioni riguarda il work-life balance, seguito dall’importanza delle opportunità di apprendimento e crescita.
Il 36% dei millennial riconosce infatti nell’equilibrio tra lavoro e vita privata la priorità maggiore dal momento in cui si va alla ricerca di un nuovo impiego.
Per quel che riguarda il lavoro ibrido la situazione attuale si rivela essere in contrasto con quella che appare come l’opzione preferibile: quasi la metà della GenZ e dei Millenials, in Italia, lavora quasi sempre in ufficio, seppure la maggior parte (67% e 63%), sia più propensa a volere un modello ibrido.

 

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