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Salesforce, Slack e Smart-working: Una squadra vincente?

È trascorso più di un anno da quando le aziende si sono trovate a fronteggiare la grande migrazione verso il lavoro da remoto.
Questo nuovo modo di vivere il lavoro ha portato, in alcuni business, ad una concezione nuova dello spazio lavorativo, fattore che per qualcuno ha comportato una completa revisione della struttura aziendale, talvolta suddivisa tra ufficio e casa.

La mossa da 27.7 miliardi di dollari compiuta da Salesforce nel 2020, che ha portato all’acquisizione di Slack, si è quindi rivelata provvidenziale.
Le due aziende hanno sviluppato una collaborazione profonda e proficua, basata non soltanto sullo sviluppo di software, ma anche e soprattutto su una modalità innovativa di vivere e concepire la leadership.
Mentre pare che il resto del mondo, con la fine della pandemia, stia puntando su un ritorno in ufficio rapido e completo, Salesforce e Slack non sembrano essere della stessa idea.
Ciò di cui si fanno portavoce è infatti la massima flessibilità riguardo il posto di lavoro, un concetto che Salesforce porta avanti concretamente subaffittando parte della famosa San Francisco Tower, azione che apre alla possibilità di reinvestire direttamente parte del capitale dell’azienda.
Questa inversione di tendenza rappresenta una vera e propria rivoluzione all’interno del mondo del business, e come accade con tutte le rivoluzioni può sembrare che ci siano più rischi ed insidie che vantaggi per chi segue questa nuova concezione dello spazio lavorativo.
Sarà realmente così?
Forbes ha riportato cinque strategie rivelate dai leader delle due aziende, le quali starebbero attraendo nuovi, importanti talenti e mentre alzano l’asticella delle aspettative rivolte al lavoro flessibile.

Vediamo di cosa si tratta:

Smart-working garantito per Salesforce e Slack.

Il ritorno al lavoro in presenza è una volontà espressa da molte aziende negli ultimi anni, le quali puntano a riavere gli uffici a pieni per incrementare la produttività e la comunicazione in azienda.
Ma sarà questa la strada giusta?
Salesforce e Slack, in questo senso, si muovono contro corrente.
L’intento delle due aziende è prima di tutto istituire la possibilità del lavoro ibrido come scelta permanente, ma non solo.
Puntano anche ad aumentare le offerte di lavoro e le opportunità da remoto per qualunque dipendente.
Il fatto che la flessibilità lavorativa sia attualmente percepita come un privilegio va a tutti gli effetti contro i principi sui quali si fonda Salesforce, strutturata sull’equità e sull’inclusione.

Diversificare il luogo di lavoro: un nuovo valore aggiunto.

Viaggiare, spostarsi, non essere stabili e sempre presenti in ufficio è un’idea che fa spesso storcere il naso a chi possiede un business cresciuto sulla compresenza nello stesso spazio.
Il piano di Slack e Salesforce punta a cambiare questo preconcetto, sviluppando un modo di lavorare che non comprometta, ma al contrario, aumenti, la produttività e la coesione tra colleghi, siano essi nella stessa città o in diverse parti del mondo, entrambi a casa, in ufficio, o immersi nel verde.
Per rendere reale quest’idea ambiziosa è stato recentemente lanciato Trailblazer Ranch, un portale aperto sulla possibile evoluzione del modo di concepire il lavoro all’interno di uno spazio fisico personalizzato per ogni dipendente, per ogni tipo di produttività.
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Educazione allo smart-working: la soluzione di Salesforce e Slack.

Uno dei tratti che più spaventa del lavoro da remoto è senz’altro la connessione diretta con le abitudini personali dell’individuo.
La facilità con cui si cade nella procrastinazione, nell’abbassamento della produttività e nello sbilanciamento della concezione della propria carriera può essere un rischio reale per il pensiero di Salesforce e Slack.
Questo il motivo per cui le due grandi aziende si stanno muovendo tramite un dettagliato piano di prevenzione e, se vogliamo, educazione al lavoro ibrido e da remoto.
Come? Offrendo un piano di assunzione che comprende certificazioni che costruiscano abitudini volte a costruire ed assicurare qualità ed eguaglianza anche in smart-working.
Il piano è già stato attivato e testato, con notevole successo su oltre 40,000 dipendenti.

Investire nella ricerca.

Bloomings ne ha già parlato: i dati, spesso, sono la soluzione, e Salesforce si fa spesso portavoce di questo assunto.
Data l’importanza conferita ai dati e alla ricerca per utilizzarli al meglio, Slack ha creato Future Forum, un consorzio per la ricerca concepito per approfondire e studiare i principi di flessibilità, inclusione e connessione nei posti di lavoro basati sul digitale.
È molto raro, ad oggi, trovare ricerche compiute sullo smart-working e sul lavoro flessibile su larga scala a livello organizzativo e di sviluppo, motivo che alimenta le incertezze attorno all’implementazione di tale schema e porta a prediligere, al contrario, il ritorno in ufficio.
Slack e Salesforce, ancora una volta, sono qui per cambiare le cose.

Come cambia la concezione del lavoro in smart-working per Salesforce e Slack.

Investire nel lavoro ibrido e da remoto comporta puntare tutto sull’eguaglianza, abbattendo dogmi piuttosto solidi.

I dirigenti di Slack e Salesforce hanno imposto veri e propri limiti di tempo rispetto al lavoro in ufficio, che non deve andare oltre i tre giorni alla settimana.
La proposta va ad alimentare l’approccio digitale e flessibile al lavoro, un tassello che non va solo a modificare il futuro del mondo del lavoro, ma l’intero sviluppo culturale costruito attorno ad esso.
Si tratta senz’altro di un cambiamento radicale, complesso da attuare e da interiorizzare senza passare per step intermedi.
Le premesse appaiono però promettenti su più fronti, e sembrano concretizzare un modo nuovo di vivere e svolgere il proprio lavoro.

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