rappresentazione del pianeta terra in miniatura immerso nella natura, rappresentazione allegorica della transizione verde

Il futuro della Transizione Ecologica in Italia

Bloomings ritiene che parlare di cambiamenti climatici e di Transizione Ecologica sia indispensabile ogni qualvolta si tenti di parlare di futuro, a prescindere dall’ambito di discussione.

Ma quando si tratta del futuro della stessa transizione ecologica, quali sono le previsioni?
Cosa ne pensano gli Italiani?

Un paese che cambia?

Parlando di Italia, si sa, emerge un luogo comune spesso difficile da ignorare.
Siamo stati, secondo i più, un paese particolarmente avverso al cambiamento, caratterizzato da grandi ideali e pochi reali stravolgimenti, soprattutto per quanto riguarda l’intricato mondo delle politiche pubbliche.
Trattandosi però di un luogo comune, com’è noto, c’è da considerare il fatto che potrebbe trattarsi di una caratteristica ormai sorpassata, fine a se stessa e figlia di tempi che non coincidono più con il reale andamento delle cose.
Almeno non del tutto.
Quale sarà, dunque, l’idea degli italiani rispetto alla Transizione ecologica?
Pensiamo che possa avere risvolti positivi per l’economia?
Quanti pensieri condividiamo, in merito, con l’Europa e con il mondo?

Italiani e Transizione Ecologica.

La Vicepresidente della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), Gelsomina Vigliotti, in merito agli ultimi risultati dell’indagine sul clima 2021/2022 ha affermato che: 

«Gli italiani sono tra i più ottimisti in Europa per quanto riguarda gli effetti delle politiche di contrasto dell’emergenza climatica. Sono convinti che la transizione verde avrà un impatto positivo in futuro sia sulla qualità di vita che sul mercato del lavoro, ma sono anche preoccupati degli effetti di lungo termine dei cambiamenti climatici.. Come banca dell’UE per il clima, abbiamo la responsabilità di affrontare queste preoccupazioni collaborando sia con il settore pubblico c quello privato per finanziare una transizione resiliente e a basse emissioni di carbonio, garantendo nel contempo che nessuno resti indietro.»

Sappiamo infatti che secondo il 75% degli italiani le politiche per combattere i cambiamenti climatici sono percepite come una buona notizia dal punto di vista economico.
Essi ritengono quindi che la transizione ecologica sia un’occasione con cui crescere anche dal punto di vista del mondo del lavoro.

Transizione Ecologica: il punto di vista dell’Europa.

Dalla stessa ricerca compiuta negli altri paesi UE emerge ancor più il grande ottimismo italiano.
La media dell’Unione Europea riferita alla positività delle politiche a favore dell’ambiente si aggira infatti attorno al 56%.
Il dato si avvicina molto alla visione britannica e statunitense, che riportano un 57%, inferiore al 67% della Cina.

Come la trasformazione Green potrebbe cambiare la vita in Italia.

Secondo il 73% degli italiani la transizione ecologica porterà risvolti estremamente positivi sul mondo del lavoro, aumentando il livello occupazionale.
Questo poiché si prevede la creazione di più posti di lavoro di quanti non siano destinati a sparire.
D’altra parte esiste però una percentuale del 34% che dichiara di temere una perdita occupazionale dovuta all’incompatibilità della propria professione con una concezione più Green della vita e dell’economia.

Numeri dal futuro.

Abbiamo assistito a come il recente aumento dei prezzi dei carburanti abbia colpito le spese degli italiani, senza però stravolgerne le abitudini, almeno per la maggior parte dei casi.
In futuro saremo però disposti a lasciare la comodità degli spostamenti in auto per prediligere mezzi maggiormente compatibili con la transizione ecologica?
Per il 31% degli intervistati la risposta è senz’altro positiva.
Le persone comprese all’interno di questa percentuale hanno infatti dichiarato che secondo loro, entro i prossimi vent’anni, la maggior parte delle persone non possederà più un’automobile.
Il 64% prevede un aumento esponenziale del lavoro da remoto per incrementare la lotta contro il cambiamento climatico.
Il 54% trova plausibile che ad ogni individuo venga assegnata una quota standard di energia, mentre il 42% prevede che la maggioranza delle persone adotti una dieta vegetariana a sostegno del pianeta.
Il 30%, infine, prevede la possibilità di un trasferimento causato dal cambiamento climatico.
Si tratta di un pensiero, quest’ultimo, particolarmente comune tra le persone di età compresa tra i 20 e i 29 anni, range d’età in cui la percentuale sale al 52%.

Vedere una disponibilità al cambiamento tanto alta, soprattutto all’interno delle fasce giovanili, notoriamente più attive e sensibili rispetto all’emergenza climatica e ai vantaggi di una transizione ecologica immediata e costante, fa ben sperare per il futuro dell’economia, della vita e sopratutto del pianeta.

Quali sarebbero state le vostre risposte all’indagine?
Quali i cambiamenti che ritenete più probabili e di più urgente attuazione?

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